Pagina:Dopo il divorzio.djvu/86

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ma egli fingeva ascoltare il re di picche per tenerselo buono, giacchè aspettava la risposta di una lettera mandata a Giovanna.

Questa risposta giunse in maggio e riempì di gioia il condannato. Giovanna scriveva che il bambino era stato un po’ ammalato, forse perchè gli affanni sofferti le avevano guastato il latte: ma ora stava bene. Isidoro Pane aveva ricevuto le laudi a San Costantino, scritte col sangue, e aveva pianto, ed ora le cantava in chiesa, accompagnato da tutto il popolo. Non si sapeva di chi fossero i versi, e Isidoro diceva di averli avuti da un vecchio con una lunga barba candida, vestito di bianco, che gli era apparso un giorno in riva al fiume. Si credeva fosse San Costantino, oppure Gesù Cristo in persona.

E Giacobbe Dejas aveva preso servizio presso i suoi ricchi parenti; e l’avvocato di Nuoro aveva espropriato la casetta del condannato, lasciandovi le donne per un piccolo fitto. I ricchi Dejas davano spesso del lavoro a zia Bachisia ed anche a lei, Giovanna, e così esse andavano avanti. Era morto di carbonchio Pietro Punia: s’era sposata Annicca detta Spalle d’argento, avevano arrestato un vecchio pastore per un furto di alveari.

Quasi tutta la lettera di Giovanna era piena di queste piccole notizie, che riempirono di soddisfazione, di piacere e d’interesse l’anima di Costantino. Gli parve respirare l’aria del suo paese; rivedere le pietre, le macchie selvaggie, le persone, le cose a cui il suo cuore era attaccato tenacemente.

Soltanto gli dispiacque che Giovanna andasse a