Pagina:Doveri dell'uomo di Giuseppe Mazzini, Londra, 1860.djvu/23

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care, più potente d’ingegno ch’essi tutti non erano: era allora nemico nostro; ma credeva nel Dovere: nel dovere di sagrificare l’intera esistenza al bene comune, alla ricerca e al trionfo della Verità: studiava attento gli uomini e i tempi: non si lasciava sedurre dagli applausi, nè avvilire dalle delusioni: tentata e fallita una via, ritentava sopra un’altra il miglioramento dei più: e quando i tempi cangiatì gli mostrarono un solo elemento capace d’operarlo, quando il popolo si mostrò sull’arena più virtuoso e credente che non tutti coloro i quali aveano preteso trattar la sua causa, egli, Lamennais, l’autore delle Parole d’un credente, che avete lette voi tutti, divenne il migliore apostolo della causa nella quale siamo fratelli. Eccovi, in lui e negli uomini de’ quali ho parlato, rappresentata la differenza tra gli uomini dei diritti e quei del Dovere. Ai primi la conquista dei loro diritti individuali, togliendo ogni stimolo, basta perchè s’arrestino: il lavoro dei secondi non s’arresta qui in terra che colla vita.

E tra i popoli interamente schiavi, dove la lotta ha ben altri pericoli, dove ogni passo che si move verso il bene è segnato dal sangue d’un martire, dove il lavoro contro l’ingiustizia dominatrice è necessariamente segreto e privo dei conforti della pubblicità e della lode, quale obbligo, quale stimolo alla costanza può mantenere sulla via del bene gli uomini che riducono la santa guerra sociale che noi sosteniamo a un combattimento pei loro diritti? Parlo, s’intende, della generalità, e non delle eccezioni che esistono in tutte dottrine. Perchè, sedato il tumulto di spiriti e il movimento di riazione contro la tiran-