Pagina:Dresselio - Scola della patienza.djvu/169

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Parte I. Cap. IV. 147

chezze essere poveri. ℞. Ch’è un grand’huomo colui, ch’è povero nelle ricchezze, mà è di gran lunga più sicuro, chi non l’hà. Ohime, come hò la Cassa vuota. ℞. che stai tù à guardar la Cassa? Guarda la tua conscienza; Assai ricco è colui, che hà quieta la conscienza. Mà mi mancano le cose necessarie. ℞. Ti manca forse l’industria per procacciartele? La natura si contenta d’ogni minima cosa; mà l’animo, e gl’occhi sono insatiabili. Poiche alla cupidigia non basta niente, e la natura si contenta ancor di poco. Il Povero da per tutto è dispreggiato: ℞. che un’allegra povertà è cosa honoratissima. E chi stà bene con lei, è ricco. Non è povero colui, che hà poco mà si bene chi più ne desidera. La Povertà così a me, come ad altri fà gran danno. ℞. Che nè a te, nè ad altri faria danno alcuno, se la vostra Povertà nascesse in voi dall’