Pagina:Dresselio - Scola della patienza.djvu/389

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Parte II. Cap. II. 365

ma Madre, havea sempre una gran fiducia, e una fermissima speranza d’uscire un giorno di quella spelonca di morte. Fra tanto i suoi figliuoli li fecero far le esequie, come a morto, e divisero fra loro l’heredità. Passati dunque tutti li detti dicinove anni in sì dura prigione, se ne morì il padrone di quel Castello nemico capitale di questo povero imprigionato. E volendo il successore ingrandire un poco, e abbellire di nuovo il Castello, ordinò che vi si gettassero a terra alcune fabriche antiche. Arrivati, che furono i guastatori a questa sotterranea fossa, che non havea altra entrata, che un buco molto stretto, e gettato a terra tutto quello, che poteva impedire la nuova fabrica, trovarono questo pover’huomo, che a loro parve come un’ombra stigia con tutti i suoi vestimenti rotti, con una barba lunga fino a i