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422 Scola della Patienza

dell’Afflittione. Poiche l’huomo afflitto, e travagliato si ritira tutto in se stesso, e spesso va dicendo: Ecco come il mondo è fallace! Questo è il premio che ti dà, questi presenti suol far il mondo a chi lo segue: Questo desideravi, già l’hai trovato, tientelo pure: tu te l’hai impastato, e tu te’l mangia. Hor non t’avvedi, poverello, che puzza, e che amarezza lasci dopo di se il brutto piacere? Il quale presto ti satia, e ti annoia, e subito dopo quel primo impeto marcisce, e spesse volte ancora, quando più diletta, all’hor s’estingue. Hor non credi ancora all’esperienza, che sì evidentemente te ’l dichiara? Sin’hora ti pensavi d’esser un’Acchille, ò qualche altro invincibile campione, che ardivi poco meno disfidar a campo aperto tutte l’avversità del mondo. Ma a quel ch’io vedo, tu sei tale, che toccato a pena, caschi in