Pagina:Dresselio - Scola della patienza.djvu/559

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Parte II. Cap. VI. 535

ciarono a bollire le ville, e i campi, e subito nacquero tanti sorci, che non solamente rosero tutti i frutti delle campagne, mà misero in confusione tutta quella città per la gran mortalità, che vi era.

Genebrardo fa menzione d’un certo Rè, che insieme con la moglie fù mangiato da i sorci, per haver uccisi i nipoti, ch’erano sotto la sua cura.g I conigli rovinarono una Città di Spagna, e le talpe un’altra di Macedonia come riferisce Plinio.h Quando Sapore Rè di Persia, quella peste crudele ch’era tanto sitibondo del sangue Christiano, assediava la Città di Nisibi, S. Giacomo Vescovo di quella pregò Dio, che gli mandasse in aiuto non esserciti di soldati, mà sì bene qualche essercito di zanzale, e mosche canine. Questi animaletti combatterono contro quel fiero nemico, meglio,