Pagina:Dresselio - Scola della patienza.djvu/701

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Parte III. Cap. III. 675

che cominciano; mà si da à quei che perseverano. Giuda Iscariote cominciò benissimo; mà finì pessimamente; si loda il suo incominciamento, mà si biasima il suo fine. L’incominciare è di molti; il finire, di pochi. E per parere di S. Gregorio, la virtù dell’opera buona è la perseveranza, la quale sola si corona, in darno si fa bene, se si lascia prima di morire.

S. Bernardo eccitandoci à questo dice: Prorsus absque perseverantia, nec qui pugnat, victoriam, nec palmam victor consequitur. Senza la perseveranza, ne chi combatte può havere la vittoria; nè il vincitore la palma. Il vigore delle forze consiste nella perfettione delle virtù. La perseveranza è sorella della Patienza. Leva la perseveranza, nè la servitù haverà la sua mercede, nè il beneficio la sua gratitudine, nè la fortezza la sua lode. Il Demonio và sempre