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Parte III. Cap. VI. 827

del tutto nelle mani del suo divino volere.

Tomaso Moro, che fù un chiarissimo specchio di patienza, soggettò perfettissimamente la sua volontà a quella di Dio in questo modo. Quando essendo ritornato poco prima da un’ambasceria lontana, se ne stava in Corte appresso il Rè lontano dalla sua casa, nel mese d’Agosto s’abbrugiò, non sò per qual’inavvertenza d’un suo vicino, parte della casa sua, e tutti i suoi granari, ch’erano pieni di frumento. La moglie gli fece scrivere da un suo genero questa disgratia. Il Moro rispose alla moglie come se fusse stato un’Angelo in questo modo.

io vi saluto carissimamente Signora Aloisia mia. Intendo, che i nostri granari con alcuni altri di quei nostri vicini, si sono con un subito incendio abbrugiati con tutto il frumento, che vi era. E ve-