Pagina:Drigo - La Fortuna, Milano, Treves, 1913.djvu/259

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di ribellione contro quest'onta, contro quest'infamia, di dover morire.... per colui.

Ella si guarda intorno. Il mare è glauco e dolce come un lago, una rondine si posa sulla balaustra, un soffio di vento stacca i molli petali del glicine e li sparge sulla terrazza.

....Dice forse il mare:

— Sai che i tuoi occhi sono glauchi ed azzurri come l'onda mia più profonda?...

....Dice forse il vento:

— Sai che è più dolce scompigliare i tuoi biondi capelli che i grappoli delicati del glicine?...

...Dice forse la rondine:

— Sai che primavera torna ogni anno, ed ogni anno riporta i nidi e le rose sulla tua terrazza?

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

— «No! Non bisogna morire! Sopratutto non bisogna morire per colui!»

Nè morire, nè piangere.

....Ella si muove. Posa le mani sulle spalle di Gualtiero; gli si aggrappa: comanda:

— Va dalla nonna, presto, non perdere un minuto. Dille che abbiamo deciso le nozze per il prossimo mese. Non tornare se prima non hai ottenuto il suo assenso. Ella te l'accorderà certamente. Era il suo sogno. Va presto! Va!

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Ed egli andò.