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XII |
occupare alcune carte rimaste in bianco nel codice, seguono le due novelle di Giovanni Cavedone e di Bonaccorso di Lapo Giovanni, come qui leggerete. Mi permisi mondarle dell’antica buccia ortografica, sperando che un po’ di fresca apparenza avesse loro a giovare nel comparire al cospetto di tante azzimate compagne. Paragonatele voi dunque se non colle più belle almen con quelle che hanno cera più allegra e accostevole, nè dubito che le troverete meritevoli delle tenui cure che attorno vi spesi.
Abbiatemi sempre e di tutto cuore.
Modena, 10 aprile 1866.
Vostro aff.mo amico
A. C.