Pagina:Economisti del Cinque e Seicento, Laterza, 1913.djvu/297

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quattro parti, comprarebbe quattro cose diverse per suo uso, e, per non avere se non aspri intieri, non ne compra che una, o spende quattro aspri per averne quattro. E nella Lombardia i sesini di Milano e de’ duchi; in Roma, Bologna e Toscana il quattrino; e insomma per tutta la cristianitá la moneta minuta (che, forse per essere fatta di metallo basso e vile, è detta da’ francesi, spagnuoli e da molte altre nazioni «viglione», e che si divide in pezzi di valuta molto minore dell’aspro d’argento), è cosi necessaria, che, sebbene in Turchia, ove non è in uso, se la passano i poveri con pazienza, non ispendendo meno d’un aspro in cosa che sia, non sarebbe però si facile il privarne questi altri popoli, che di giá nell’uso d’essa son nati ed invecchiati; e li miserabili, che vivono di limosina, molte volte ne resterebbero privi, perché colui al quale non è grave donare un bezzo, un soldo, non potendo donar meno d’una moneta d’argento di quattro bezzi, tralasciarebbe di darla. La regina Elisabetta d’ Inghilterra volle una volta levare il viglione a’ suoi popoli, riducendo il commercio in monete d’oro ed argento; ma il suo popolo si rissenti cosi fieramente dell’incomodo, non avendo monete di quel minimo valore di che aveva bisogno, che, a forza di popolari commozioni, fu necessitata a rimetterlo (’).

Or, siccome di questa sorte di monete non si trova quasi nazione che abbia osservato ed osservi cosi esatta la proporzione dell’intrinseca bontá alle monete maggiori, che possa dirsi contener elleno quel tanto di valore di metallo quanto sono dal principe valutate, è quistione ben importante, ed insieme non affatto decisa finora, se sia necessaria in queste ancora la proporzione suddetta.

Ogni moneta ha, come si dirá piú chiaro in avanti, due sorti di valuta, interna ed esterna. L’interna s’appoggia alla quantitá del metallo fino, che contiene il peso di tutto il prezzo, ragguagliato alla quantitá e peso dell’altro metallo inferiore e maggiore in quello di molta lega. L’esterna poi si appoggia all’autoritá del principe, che comanda ch’ella si spenda e non sia ricusata.

(i) BoDiNO, De republica, vi, 3.