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elementi di economia pubblica. 399

rinchiuse e sottratte dalla circolazione con grave danno di tutti gli ordini, perchè resta avvilita l’industria e l’attività d’ogni commercio, rendendosi incerto, difficile e scarso il segno rappresentativo ed il pegno sicuro d’ogni valore e d’ogni fatica. Allora si imitano e si rifabbricano dalle altre nazioni colle monete migliori le inferiori, e queste con minor reale intrinseco metallo innondano la nazione e la spogliano sempre più di danaro; onde seguono nel corpo politico tutti i disordini, che nei corpi fisici sono cagionati dalla siccità e dallo stagnamento del fluido animatore.1

17. Per ultimo, non sarà inutile il qui notare per incidenza l’antico errore della maggior parte dei forensi, i quali decidevano che le restituzioni del danaro dovessero farsi rendendo lo stesso valor numerario; per il che se anticamente cinque lire fossero state prestate, cinque odierne lire si dovessero restituire. Ma se le antiche cinque lire contenevano il valor reale di un’oncia d’argento, e le odierne ne contengono due terzi solamente, secondo questa poco legittima decisione si restituirebbe meno di quello che si è ricevuto. Quindi molti valenti uomini hanno sostenuto, che tanto reale metallo siasi ricevuto, tanto reale metallo si debba rendere; onde non più cinque lire, ma sette e dieci con questa norma si debbano pagare. Pure ciò non sembra soddisfare totalmente all’equità, perchè se coll’oncia d’argento un secolo fa io aveva il doppio delle cose che per la medesima possa avere al presente, chi mi ha prestato allora quell’oncia d’argento ha ceduto il diritto di avere il doppio delle cose che si hanno adesso. Ora chi rende, dovendo rimettere il creditore nel pristino diritto, dovrà rendergli quanto gli basti per avere il doppio di queste cose: dunque non un’on-

  1. Negli esemplari di questi Elementi dettati dal Beccaria nella sua scuola, segue dopo questo paragrafo una lunga digressione, divisa in 18 articoli, nella quale l’Autore riassumendo l’esposta dottrina, sembra farne l’applicazione ai gravi disordini che cagionava a quel tempo nello Stato di Milano l’alterato corso delle monete. La specialità di questo riferimento sarà pur stato il motivo, per cui la detta digressione venne omessa nell’esemplare completo che io mi proposi per norma. Tuttavia, perchè nulla manchi nella presente edizione, ho stimato opportuno di darla come un’Appendice in fine di questo Capitolo.

    (Nota dell’Editore milanese.)