Pagina:Elementi di economia pubblica.djvu/6

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224 elementi di economia pubblica.

viscere non lo produce. Ma perchè l’uomo lavori, egli deve avere prima di tutto la materia da lavorare, indi vivere e procacciarsi le cose necessarie, anzi fino ad un certo segno le comode all’uso della sua vita durante tutto il tempo del lavoro, senza di che egli non lo farebbe altrimenti, ma invece attenderebbe a procacciarsi quelle cose che altri non gli darebbono. Quindi risulta che ogni valore che si dà ad un lavoro qualunque, sarà composto del valore delle materia prima e del salario che si dà per il comodo sostentamento di quello che lavora questa materia prima. In qual proporzione si valutino queste materie prime e questi salarj, si vedrà a suo luogo.

11. Questi salarj o non siano pagati in danaro, come nella presente supposizione, o lo siano, torna allo stesso, perchè con il danaro le cose tutte si possono avere; dunque il vero salario sarà la somma delle cose necessarie e comode alla vita, date a colui che lavorando per il comodo e necessità altrui, non può sovvenire da sè stesso ai proprii comodi ed alle proprie necessità. Dunque questi salarj o queste cose alla vita comode e necessarie, in qualunque maniera siano modificate, saranno sempre produzioni della terra; dunque l’aumento di queste produzioni della terra è un aumento di salarj da distribuirsi, e l’annientamento di parte di queste produzioni è un annientamento di parte degli stessi salarj.

Di più, quegli uomini che posseggono o lavorano o fanno lavorare terre producenti, o si procurano prodotti che eccedano il loro bisogno, o no: se no, dunque non lavorano che quella porzione di terra, e con niente di più di stento e d’industria, che quanto basta a procurare il preciso loro sostentamento: se lavorano al di là di questa loro esigenza, sarà chiaro che essi pagheranno e faranno queste maggiori fatiche per cambiare l’avanzo con altre cose utili o piacevoli che loro manchino, e per averle più ben disposte e più atte a que’ fini ai quali le destinano. Dunque questi prodotti non cresceranno, se non in quanto saranno atti ad essere permutati reciprocamente; e saranno tanto più atti ad essere permutati, quanto ciascuno potrà esserlo con un maggior numero di cose, perchè allora la spesa e la fatica di chi lavora o fa la-