Pagina:Elogio della pazzia.djvu/126

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della pazzia 113

le studia tutte, sebbene siano scritte con uno stile barbaro e ributtante; le analizza tutte da capo a fondo, portando somma invidia a coloro che scrivono anche malamente su tale materia, e tremando sempre pel dubbio che non gli rapiscano la gloria ed il frutto delle sue lunghe fatiche. Che vi pare di questo ridicolo sapiente? Il chiameremo noi pazzo o delirante? Chiamatelo come volete, purchè m’accordiate, che quest’animale sopraccaricato di miserie è per opera mia così contento, così innamorato di sè stesso e della sua sorte, che non si vorrebbe cambiare coi più ricchi e più potenti re della terra.

I poeti non mi sono tanto debitori come costoro, ma non è già perchè non siano pazzi anch’essi; ma piuttosto perchè sono in diritto d’esser membri ex professo del mio partito. Già da molto tempo si è detto «che i poeti e i pittori formano una nazione libera». I poeti fanno consistere tutta la loro arte