Pagina:Emanuel Licha Nothing Less Nothing More.pdf/13

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materiale riciclato il cui interno è foderato di tessuto da tappezzeria. Il tessuto non aderisce però ai muri, ma ne viene continuamente spinto fuori creando un prolungamento, come una protesi della casa, che raddoppia così il proprio volume ma diventa inaccessibile. '“L’interno vero e proprio di questa costruzione si trova tra le pareti della parte solida e quella della parte tessile e non è possibile accedervi. Quando si crede di essere all’interno si viene subito espulsi dalla membrana che si rivolta. Non si è mai all’interno di questa “casa”, si resta sempre al suo esterno” spiega Licha, sottolineando così come l’opera giunga a negare il senso stesso dell’architettura. Che queste estroflessioni e contrazioni alludano ad una corporeità connotata in senso sessuale è evidente: “è un’architettura che si penetra ed esce da se stessa, disabitata, inabitabile. Ciò nega il senso stesso dell’architettura e quindi dei suoi abitanti.” La casa appare appunto così, come una sorta di corpo più grande, ma deturpato, violato, svuotato, invivibile.


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