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quattro milioni 79


La mattina seguente, la levatrice stava nella sua cucina a prepararsi la colazione.

Quella cucina era semplicemente lurida; lurida come la scala di casa, dove la loja di fango indurito, lasciatavi dai piedi di chissà quante generazioni, faceva sotto le piante dei bernoccoli; lurida come i muri delle latrine, tutte rabescate di sberleffi nauseabondi; lurida come le camicie e i giubbetti delle persone che abitavano quella casa.

Nella città d’Italia, in cui si svolsero i fatti che narro, di queste case dove regna la sporcizia ed il lezzo, nei quartieri della povera gente, ce n’è una gran quantità.

La levatrice andava dal focolare, dove aveva messo a bollire in un pentolino un po’ di brodo per la zuppa, alla tavola dove aveva cominciato a grattugiar del formaggio, seguita sempre da tre gatti che miagolavano per la fame, accompagnando avidamente collo sguardo i movimenti delle mani della donna.

Ed ella parlava ai gatti con una smancerìa tra il querulo ed il mellifluo che non avrebbe usata con nessuna creatura umana per quanto