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argomenti. xix

l’eccidio di Troia, i suoi casi, i suoi lunghi errori, 723-756.




LIBRO II.


Benchè a malincuore, Enea così racconta i luttuosissimi eventi, 1-13. I Greci, affranti dalla decenne guerra e diffidando del proprio valore, ricorrono all’inganno: facendo vista di fuggire, veleggiano a Tenedo, e dietro quell’isola si nascondono, dopo aver lasciato sul lido un cavallo di legno, in cui aveva rinchiuso i più eletti fra i capi dell’esercito, e che avevano costruito di tanta grandezza, da non lo potere accogliere entro le porte di Troia. I Troiani parte indotti dalle frodi di Sinone, parte atterriti dal supplizio di Laocoonte, demolita una parte del muro, trascinano il cavallo fin sulla ròcca, 14-249. A notte avanzata i Greci rivenuti da Tenedo invadono la città, le cui guardie erano già state uccise dai guerrieri usciti dal cavallo, 250-267. Intanto Ettore apparisce in sogno ad Enea e lo esorta di provvedere al suo scampo colla fuga, e di salvare dall’incendio gli Dei patrii, 268-297. Ma egli, anteponendo alla fuga una morte onorata, corre alle armi; e in