Pagina:Eneide (Caro).djvu/552

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[120-144] libro xi. 511

120De le prede oltre a ciò di Laürento
Gli fa gran parte. Fagli in ordinanza
Spiegar l’armi, i cavalli e l’altre spoglie
Tolte a’ nimici. Gli fa gir legati
Con le man dietro i destinati a morte
125Per onoranza del funereo rogo.
Portar gli fa davanti a’ duci loro
L’armi ai tronchi sospese, e i nomi scritti
Degli occisi e de’ vinti. Il vecchio Acete
Che, sì com’era afflitto e d’anni grave,
130Gli era appresso condotto, or con le pugna
Si battea ’l petto, ed or con l’ugna il volto
Si lacerava, e tra la polve e ’l fango
Si volgea tutto. Ivano i carri aspersi
Del sangue de’ Latini, iva lugúbre,
135E d’ornamenti ignudo, Eto, il più fido
Suo caval da battaglia, che gemendo
In guisa umana e lagrimando andava.
Seguian le meste squadre i Teucri, i Toschi
E gli Arcadi, con l’armi e con l’insegne
140Rivolte a terra. Or poi ch’oltrepassata
Con quest’ordine fu la pompa tutta,
Enea fermossi, e verso il morto amico
Ad alta voce sospirando disse:
     Noi quinci ad altre lagrime chiamati


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