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178 capitolo iv

ticato dopo di lui, e perciò appunto il lavoro sperimentale, proseguito da varie parti, non ha dato l’intero profitto che sembrava promettere.

Frattanto le ricerche sui principii della scienza geometrica, che all’epoca di Helmholtz cominciavano appena a trarre aiuto da istrumenti preparati nei campi superiori delle Matematiche, hanno acquistato, grazie a questi, uno sviluppo enorme. E i risultati ottenuti, da mezzo secolo in qua, sono di tal natura, che alcun fisiologo, lavorante alla questione psicologica dello spazio, può dispensarsi dall’apprenderli.


§ 18. Osservazioni generali sul contenuto spaziale delle sensazioni.

Un contenuto spaziale si ritrova, o può ritrovarsi, in ogni sensazione. Nei cani sembra che l’olfatto partecipi all’orientazione in modo eminente; e nell’uomo nato cieco le rappresentazioni spaziali si connetterebbero abitualmente all’udito, secondo testimonia lo Hitschmann1. Ma, di regola, nell’uomo, sono le sensazioni muscolari, tattili e visive, che, in connessione coi movimenti, concorrono a formare, associandosi, le rappresentazioni spaziali.

Oggetto di queste sono punti, linee e superficie. Le linee si possono generare col movimento di un punto e le superficie col movimento di una linea; ma ad ogni modo, linee e superficie, in quanto si pensino realizzate, rispondono esse stesse a gruppi di sensazioni, diverse da quelle che sono fornite dalla variazione dell’ente generatore.

Di qui un duplice modo di presentarsi delle linee e delle superficie, su cui vogliamo subito fermare l’attenzione del lettore; cioè un aspetto genetico ed un aspetto attuale di esse.

Noi dobbiamo riguardare la rappresentazione completa che ci formiamo di una linea o di una superficie, come derivata per associazione dai due gruppi di sensazioni che corrispondono ai due modi di considerarla.

Ma, non soltanto la linea o la superficie, bensì già il punto, devesi riguardare non come oggetto di una sensazione, ma come rispondente ad un gruppo di sensazioni associate.

Affermare l’esistenza di un punto ha prima di tutto un significato relativo alla posizione dell’osservatore, ed implica l’attesa che a date sensazioni muscolari che definiscono, subiettivamente, certi movimenti si accompagnino o seguano date sensazioni tattili e visive. Soltanto secondo tale significato, in cui è posta una correlazione fra un senso espressivo ed un senso ricettivo, si può parlare della «sensazione di un punto».

Questa veduta porta a sciogliere il problema della localizzazione spaziale, secondo la così detta teoria associativa di Bain, Taine e Delboeuf.

  1. «Zeitschrift für Psychologie und Physiologie der Sinnesorgone», III, pag. 388.