Pagina:Fausto, tragedia di Volfango Goethe, Firenze, Le Monnier, 1857.djvu/26

Da Wikisource.
18 cenni su la vita

»Io possedeva un’assai bella raccolta d’armi antiche, e fra le altre un pugnale di elegante struttura, riccamente ornato, e la di cui punta aguzza trattata da mano ferma, avrebbe in un istante compiuto ciò che Shakespeare chiamava il grand’atto romano.1 Più d’una volta io lo posai sul mio seno: la forza mancommi: e non tardai a riconoscere che questa sete della morte non era in me che la fantasticheria di una lugubre svogliatezza. lo ne risi meco stesso, e fui da quel momento guarilo. Malgrado questa crisi, gli stessi sentimenti d’incurabile noia m’affliggevano ancora. Io sentiva il bisogno di un lavoro poetico, a cui consegnare pel mio stesso riposo questi tristi pensieri: era il solo mezzo per dare ad essi tutto lo sfogo che mi parea necessario. In quel punto s’era diffusa la notizia della morte del nostro giovane Jerusalem: il piano di Werther fu ben tosto abbozzato: quel romanzo concepito in un getto, d’un getto pure fu scritto; e i fantasmi che conturbavano la mia giovanezza presero in quel libro una realtà d’esistenza che valse a compiere la mia guarigione.»

Per tal guisa il Werther, a cui tanti critici apposero per censura riprovevole una falsa sentimentalità di pensiero e di stile, era un’opera eminentemente vera rispetto al suo autore e al suo tempo. L’appassionato lamento, di cui Goethe rendevasi l’eco, usciva, per così dire, dal seno dell’Europa soffrente. Una quantità di voci imitatrici risposero alla proposta. Tutte le nazioni ebbero il loro Werther. Allora improvvisamente emerse una progenie di scrittori lamentosi e funerei, e la Germania sopra tutto ripete ancora le lugubri grida di questi kafitmænner, uomini di vaglia, spiriti forti, siccome essi stessi appellavansi. Ma il loro potere non era altro che impotenza: la loro forza non era che vil fiacchezza. Goethe, che aveva pel primo mandato questo grido indefinito di dolore, pel primo pure si accorse del ridicolo che s’accompagnava agli sforzi dei suoi

  1. Les us do what’s great, what’s noble
    In the ligh Roman fashion. — Cleopatra.