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parte seconda. | 489 |
Sento nel petto, o vaghi, o perfettissimi
Angioli! Sol vorrei vedervi prendere
Atteggiamenti più mondani e languidi.
Quel severo contegno a’ vostri rosei
Membri bene vi sta, ned io contrastolo;
Ma, per mia fè, che un bel sorriso andrebbevi
Meglio di molto, e tanta in sen delizia
Ne proverei da non aver mai termine.
Sorriso intendo quella gaia smorfia
D’innamorati che sottecchi sguardano, —
Leve la bocca corrugando, e studio
Nessun v’ha parte, chè da sè già formasi. —
Ohe! ohe! d’un vagheggin m’hai l’aria,
Pretto e sputato, tu, mio gran furbaccio!
E quanto più tue legïoni avanzano,
Più in tutto ti vegg’io fatto a mio genio:
Sebbene quel tuo far da cherco ho in uggia.
Più ghiotto, via, più smaliziato guardami!
Certo potresti senza fare ingiuria
Del pudore alle leggi, o mio bel zanzero,
Un po’ più denudarti, e dell’impaccio
Sbarazzarti di questa immensa tonaca
Che tutto quanto l’avviluppa e soffoca.
E’ si volgono.... oh ben! — Bel garbo! tengasi
Chi può... l’amor mi dà tale una smania....
E i cattivelli in tale atto m’accendono
Per guisa che ne vo tutto in solluchero!
Coro di Angioli. Viva fiammella
Di puro ardor,
L’ala tua bella
Volgi al soggiorno
Del santo amor!