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122 ercole luigi morselli

DI UNA CERT’AQUILA

MALE IMPAGLIATA


Una allegra scimmia che era stata al servizio di molti ciarlatani, un bel giorno, stanca di pigliar busse, pensò di tornare a vivere nella foresta dove era nata.

Colse un buon momento, scaraventò giù dal carro insonagliato l’ultimo padrone, prese in mano redini e frusta, e via difilato dentro la foresta squassata dal tramontano.

Se non che, un po’ per l’abitudine acquistata d’aver paura di tutto, un po’ perchè veramente gli abitanti della foresta non erano più quelli di un tempo, la povera scimmia fu molto ma molto preoccupata di certi strani e feroci animali che si fecero, curiosamente, attorno al suo carro tentennante. C’era per esempio un vecchio leone ben pettinato, col monocolo, e con la punta del naso rossa; c’era un orso bianco occupato a mangiarsi una dozzina di figliuoli e a grattarsi a tratti la testa per il troppo daffare; c’era un dignitoso somarello andaluso che prendeva a calci tutte le farfalle che passavano; c’era un gran gallo pericolosissimo a toccarsi; c’era un panciuto e metodico serpente munito di un piccolo corno puntuto e dorato nel mezzo della testa durissima e di molte corone