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126 il fiasco del maestro chieco

sola degna di sposare Lazzaro Chieco, la sola cui avrebbe voluto sacrificare la sua libertà.

Questo accesso di febbre matrimoniale mi strappò una esclamazione molto ammirativa. Allora Chieco mi parlò con toccante gravità della tristezza ch’era in fondo al suo cuore, sotto tanti pazzi umori, come l’acqua morta, scura in fondo al lago sotto tanto ballare e luccicare d’onde. Era stanco, disgustato di tutto, fuorchè della musica e di un suo antico ideale d’amore, non detto mai ad alcuna delle tante femmine che aveva prese un momento.

— Ho trentott’anni — mi diss’egli — ma potrei forse amare ancora ed esser felice come un fanciullo di venti.

— E perchè non lo sarai? — diss’io.

— Perchè questa stupida non mi ama — rispose.