Pagina:Fedele, ed altri racconti (Fogazzaro).djvu/186

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— Le dico la verità, avvocato — disse tranquillamente Marcòn — avevo sempre pensato ch’Ella fosse un galantuomo.

— E non lo sono? — esclamò Vasco.

— Ecco — rispose il notaio — non so se un galantuomo cercherebbe, come Lei, di frodare i creditori.

L’avvocato guardò il suo avversario con orrore e terrore, cadde sulla sedia. Due tre singhiozzi lo scossero tutto.

— Non volevo frodar nessuno — diss’egli a bassa voce e senza guardare Marcòn. — Volevo che quel libro restasse qui sino alla mia morte. Pensavo che, morto io e conosciuta quella carta, un poco per il merito del libro, un poco per la memoria di questo povero vecchio, il Municipio, i cittadini, o cittadini e Municipio insieme avrebbero riscattato il libro dai creditori, e resterebbe nel mio paese un ricordo del mio nome, di quei