Pagina:Fedele, ed altri racconti (Fogazzaro).djvu/289

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pereat rochus 283


e amarezza a suo padre e a sua sorella, di cui era tutta la speranza, tutto l’orgoglio! Aveva ben ragione di fare il cipiglio al breviario.

Quand’ebbe finito di leggere, sedette sul banco. Penava a staccarsi dalla sua chiesa. Era l’ultima sera! stava lì con l’occhio immobile, battendo regolarmente le palpebre, accasciato, cupo come una bestia atterrata che aspetta la scure. Avea passato alcune ore del pomeriggio intorno alle sue viti, a quelle piantate tre anni addietro, che gli avean già dato il primo frutto. I grandi cipressi, la splendida veduta del piano e degli altri colli non gli movevano un solo sogno; il suo cuore di contadino s’inteneriva per le belle viti, per i solchi fertili. Aveva preso, arrossendo e vergognandosi, un tralcio di vite e una pannocchia di granoturco per portarseli via