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IV.


S. AGOSTINO E LA CORRUZIONE DEI COSTUMI.


Anche S. Agostino parla a lungo della corruzione dei costumi romani, e in modo che ricorda il tono di Sallustio e di Tito Livio.

« In che tempo la passione di dominare si sarebbe spenta in quei cuori superbi, se essa non fosse arrivata, di onore in onore, alla potenza reale? Poiché non sarebbe stato possibile continuare a crescer di onori, se non fosse prevalsa l’ambizione, e l’ambizione non poteva prevalere che in un popolo corrotto dall’avidità e dal lusso. Poiché l’avidità e il lusso di un popolo sono il frutto della prosperità; la quale con molta prudenza Scipione Nasica stimava essere pericolosa, quando non voleva distruggere la più grande, la più forte, la più ricca città nemica di Roma » 1.

«O mentes amentes! Non siete più stolti, ma ammattiti, siete, voi che cercate i teatri, li affollate, li

  1. (1) De Civit. Dei, I, 31.