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32 un nuovo poeta romanesco.


pendo sonetto!),1 e La Scomunica. Se la forma de sonetti non politici, che il Marini ci promette,


  1. Eccolo. Ma per gustarlo bene, mi par necessario figurarsi che, sotto il governo pontificio, in un venerdì di quaresima, che potrebbe anche essere il venerdi santo, un ferro di polizia (un trommetta, un pifero, una minosa, dicono i trasteverini) si presenti a un oste di Roma, e, fingendo di sentirsi un po’ male, gli chieda da mangiare di grasso. L’oste, che sa d’essere in voce di frammassone e ha l’odorato fine, capisce subito chi è l’amico, e risponde:

        Bèr fio, io so’ cattolico, e l’editto
    Der Cardinal Vicario parla chiaro;
    Nun sete, pare a me, tanto somaro
    De nun vede da voi quer che c’è scritto.
        Si volete du’ trije, un porpo fritto,
    Er merluzzo in guazzetto, lo preparo;
    Ma la carne nun posso, fijo caro:
    Annerebbe all’inferno dritto dritto.
        Si state male, annate ar Vicariato,
    Fateve fà du’ righe de licenza
    Colla passata dietro der curato.
        E portatela a me, che quanno ho visto
    De poté stà tranquillo de coscienza,* 1
    Metto in padella puro Gesù Cristo.

    Ecco anche il Miracolo della Madonna in Trastevere, scritto nel 1872:

        - A volémme intignà che quell’immaggine
    Della Madonna, drento ar tabbernacolo,
    Che va smovènno l’occhi pe’ miracolo,
    Sia un’impostura, è proprio cocciutaggine.
        Ma er Vicariato doppo tante indaggine,
    Dimme, cià forse trovo quarche ostacolo?
    Ma er popilo che approva lo spettacolo,
    Siconno te, lo fa pe’ cojonaggine?

    1. Cuscenza, doveva dire; e così, poco sopra, Co’ la passata e non Colla passata; e nel sonetto seguente, De la Madonna e non Della Madonna, propio e non proprio.