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40 | un nuovo poeta romanesco. |
vine sposa è in letto agli estremi. La madre viene a visitarla, con l’angoscia nel cuore, ma
«Dissimulando l'appressar del fato1»
alla moribonda. E ne nasce questo commovente dialogo:
CXIX.
PROPIO ALL’URTIMI!
Bon giorno, Nina.2 — Oh, mamma, mancomale!
— Come te senti, fija, stammatina?
Dimme.... — Sempre accusì. — Povera Nina!
Sempre lo stesso? — Sempre talecquale....
— Poi guarirai. — Macché, mamma, sto3 male
Nun passa più. Senti, viemme vicina:
Pijem’un po ’ .... — Che vòi? — La coroncina ....
— Dove sta? — Ved’un po’, drent’ar zinale....
L’hai trova? — Ècchela4 qui — Dammela; senti:
Quanno.... mamma viè qua.... quanno so’ morta....
— Ma che discursi! — Eh, artri pochi momenti ....
Tu tiella, mamma, e t’aricorderai
De Nina tua .... — Sta’zitta .... — Eh, me so’ accorta
Ch’ho da morì.... — Ma no. — Be’.... lo vedrai!
Anche il titolo di questa impareggiabile miniatura mi pare felicissimo, come, del resto, sono quasi tutti gli altri; poichè il Ferretti, seguendo anche