Pagina:Fior di Sardegna (Racconti).djvu/48

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traeva bel guadagno affittando ai bagnanti le camere ad una lira il dì.

Sicchè non erano più due o tre famiglie quelle che lo abitavano, ma sei o sette, due od una stanza per famiglia, tutta gente del nord dell’isola, benestante, tranquilla e poco rumorosa.

Nello stabilimento non v’era sala comune con pianoforte, ecc., come nei luoghi cristiani; quindi nè balli, nè divertimenti; la sala comune era la spiaggia, ove i bagnanti si radunavano nelle ore fresche del giorno; del resto, ognuno faceva i suoi affari, ognuno si bagnava a suo piacere nel libero mare.

Lara, che aveva letto ben altre descrizioni di bagni, che credeva trovare le signore con apposite telette da spiaggia, provò sulle prime un po’ di disgusto, poi... si strinse nelle spalle e sorrise col suo solito sorriso scettico, di ragazza malata, che non prova alcuna profonda impressione, e si abbandonò alla voluttà dell’azzurro, del bagno tiepido preso fra due scogli, a fior d’acqua, nelle onde chiazzate d’oro e di zaffiro dal sole.

Rimaneva lunghe ore così; immobile, muta, gli occhi semichiusi, nuotanti nell’orizzonte cerulo, tranquillo, le narici spalancate ai profumi delle alghe e delle felci marine olezzanti, fra gli scogli violacei, immersa in una arcana voluttà di riposo, di sonnolenza e di visioni. Oh, care visioni!.... Isole belle, fiorenti, coperte di passiflore e di giunchiglie, le coste d’oro e gli alberi di smeraldo vagano nelle lontananze infinite del mare, e fra il verde e l’azzurro, piccole case di porcellana lattea dai veroni di corallo, dai terrazzi con le balaustrate di filigrana d’argento, e dentro lei, Lara, fatta piccina piccina dalla malattia, bianca, rosea, bionda, e lui, ancora indistinto, ancora vago e tremolante come quelle isole fantastiche. Là indietro, invece, sulle montagne rocciose, Lara vedeva castelli neri, forti manieri dagli spaldi tappezzati d’ellera, i merli corrosi dal tempo, le sale piene d’arazzi e di trovadori dai mantelli di velluto e il castellano biondo, alto, gentile che si pigliava sulle ginocchia la piccola castellana, bruna, vestita di broccato (un costume che Lara aveva visto in dosso ad Agnese Sorel, non ricordava bene se dipinto o in realtà), e baciandola