Pagina:Fior di Sardegna (Racconti).djvu/92

Da Wikisource.

— 90 —

pallide di montagna, due gazze innamorate cinguettavano allegramente, sfacciate e ciarliere come due popolane irritate.

Lara abbandonò la testa sul musco e le ascoltò. Trovava tutto bello e affascinante, ma la solitudine la spaventava, le dava uno spasimo indescrivibile. Chiuse gli occhi e fu per mormorare: — Dio mio, fatemi morire, ora, qui! — ma si corresse e pensò: — Ah, se ci fosse qui Mariarosa, se potessi come «laggiù,» correre con lei sotto gli alberi e ammirare il cielo, quanto sarei felice!...


XXI.


L’indomani sera i novennanti erano tutti arrivati; vicino ai Mannu stava il cappellano con una vecchia sorella e un nugolo di nipotine, con le quali Pasqua strinse subito amicizia. — Il resto della improvvisata «popolazione» consisteva in un miscuglio il più strano e curioso. Famiglie di pastori e di contadini, gente civile e povera gente che aveva portato su tutti i suoi attrezzi entro un canestro; bimbe, signorine, giovanotti, vecchierelle curve che rimanevano tutto il santo giorno a conversare con la Madonnina; e robuste popolane, allegre, rosse, fiammeggianti nella loro camicia bianca e nel corsetto di velluto, che cantavano a squarciagola sotto gli alberi e fra le rocce.

In un batter d’occhio, tutte le stanze vennero pulite, ammobiliate, se così poteva chiamarsi lo strano arredamento compiuto in due ore. Tuttavia dal primo sguardo si indovinava subito se i nuovi inquilini fossero poveri o ricchi, signori o contadini. Nelle stanze della gente per bene, l’arredamento consisteva presso a poco così: in fondo un letto ben coperto, benché composto di tavole poste a traverso di due panchette, i cui materassi la notte si disponevano sul suolo per dormirvi le donne e i bimbi (gli uomini dormivano in... chiesa!); una tavola stracarica di chicchere, tazze, bottiglie e calici, scintillanti nella penombra verdognola, sedie, panche, canestri e panieri ficcati da per tutto, e qua e là qualche oggetto signorile, spaventato di trovarsi in tale ambiente; era o uno specchio, o un quadro, un vassoio elegante, un tappeto da ta-