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Firenze sotterranea 125

coli: sono eroi, che hanno saputo schernire, deludere la giustizia umana, mettersi sopra di essa.

Poiché anche questa è una guerra, e tal gente non si crede altro che perseguitata, sopraffatta dal numero: non si tien per rea, anzi tien per soverchiante e crudele la società umana verso di sé.

— È una lotta — essi dicono — fra voialtri e noi; voi avete tutte le ricchezze, tutti i godi menti, tutta la forza: noi abbiamo la fame, l’astuzia: voi avete le fatiche, gli studii, le industrie: noi vogliamo vivere senza lavoro, essere i satrapi del delitto. —

Non rubano, ma combattono per l’esistenza, attuano a modo loro la massima brutale del gran filosofo, che non era cristiano, e a cui pareva il supremo della vita stesse nel cercar di divorarsi gli uni gli altri, e avvantaggiarsi in danno altrui! Però tra loro si stimano, e non pure non si dispregiano, ma si tributano ossequio: si addolorano insieme della disgrazia, che tocchi ad uno di essi; compiangono quelli che muoiono, si raccontano con ammirazione, con desiderio di emulazione, le gesta fornite da’ più bravi di loro, già morti sul campo dell’onore (?) o chiusi nelle carceri.

Strana esistenza, ma pur meritevole di essere