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capitolo quinto 89


16
Lo capitan di questi turchi e mori
è re Guarnero, frate di Agolante,
quell’Agolante che d’imperatori
del mondo è il piú superbo ed arrogante.
Costui li cristian d’Italia fori
scacciar vorria per vindicar Barbante
suo padre, il qual ancise Carlo Mano
per Gallerana nel contato ispano.
17
Or al consiglio Carlo si ricorre
per contrapporsi al foco giá vicino:
qui lo senato in un pensier concorre,
che ’l gran Milone, sommo paladino,
com’è sua cura, vogliasi disporre
fornir la impresa contra il saracino.
Pensate in qual travaglio allor trovossi!
Non ha pensier che tutto nol disossi.
18
Fra questo tanto, mentre il duca Amone
sentesi di la spalla molto male,
Ginamo di Maganza si dispone
voler per mezzo di quel cardinale
impetrar Beatrice da Carlone
per moglie sua né vòl premio dotale:
anzi per contradote a carte schiette,
maria et montes dar a lei promette.
19
Il saggio Namo, ch’è padre di quella,
temendo fra Maganza e Chiaramonte
non pullulasse costion novella,
al duca non pendendo piú ch’al conte,
condusse al re Carlone la dongella,
dicendo che cagion di cotant’onte
esser giá non volea, ma ch’egli stesso
dia lei marito come par ad esso.