Pagina:Foscolo, Ugo – Prose, Vol. II, 1913 – BEIC 1823663.djvu/85

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varianti 79

p. 320, l. 16, Z e L, ma a poco

»l. 18, M, e i suoi occhi s’empievano di lagrime

»l. 20, M, perderti?; Z e L, precipitare teco noi tutti?

»l. 21, M, ella proruppe in un pianto dirotto

»l. 22, Z e L, entrava Odoardo e la subita partenza di Iacopo e l’atteggiamento

»l. 28, M, usci correndo

»l. 29, Z e L, cosa di cui si era

»l. 31, L, ei non fe’ motto, né cambiò viso; passeggiò

»l. 32-3, Z e L, ad uomo vivente

»l. 333-4, Z e L, ne cercò invano.

»l. 34, M, non tornò a casa

»l. 35 L, si sdraiò

p. 321, l. 2, Z e L, Io mandava

»l. 4, Z e L, delle sventure

»l. 19, M, poche e pallide

»l. 22, M, che sonno!

»l. 23, Z e L, per insanguinare

»l. 24, Z e L, ad ogni minuto

»l. 29, M, placarti? No; io ti rinego

p. 322, l. 1, Z e L, Manda in me, bensí non in altri che in me, l’ira tua

»l. 3 sgg., Z e L, conoscere. Ma Teresa è innocente; e, anziché sti marsi crudele, t’adora con serenitá soavissima d’animo. Io non t’adoro, appunto perché ti pavento e sento

»l. 4, Z e L, spògliati, deh spogliati

»l. 6, Z e L, non se’tu forse il padre degli afflitti?; M, e il tuo Figlio divino non si chiamava egli il Figlio dell’uomo?

»l. 8, Questo cuore è tuo

»l. 8-9, Z e L, non t’offendere del gemito, a cui la natura costringe le viscere dilaniate dell’uomo

»l. 9-10, Z e L, E mormoro contro di te, e piango e t’invoco, sperando di liberare l’anima mia.

»l. 11-2, Z e L, come, se non è piena di te?

»l. 15, Z e L, Non l’ho mai adorato come adoro Teresa.

»l. 16, Z e L, colei

»l. 17, M, Ecco l’uomo umiliato. Dovrò dunque io anteporre Teresa a Dio?

»l. 19, Z e L, chiuso l’universo con uno sguardo

»l. 21, Z e L, Dio mi diventa e Teresa

»l. 23, Z, s’ammalò; Z e L, visitarlo

»l. 24, Z e L, si giovò di quell’occasione a che s’allontanasse

»l. 24-25, M, ad allontanarsi dalla di lui casa. Umano e generoso,

»l. 25, Z e L, Come discreto e generoso ch’egli era

»l. 25-6, Z e L, l’alto animo