Pagina:Foscolo - La chioma di Berenice, 1803.djvu/81

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Ut Triviam furtim sub Latmia saxa relegans
     6Dulcis amor gyro devocet aerio:

varianti.

Verso 5. Principe sublimia per sub Latmia, e mss. Y Ambrosiano: onde il Vossio sub Lamia, — Verso 6. Principe devoret. — Vossio clivo . . . aerio. — Santeno curru . . . aerio. Mss. Y givodero.

note. Versi 5 — 6.

Triviam. La Luna. Gl’interpreti tutti ascrivono questo nome a Diana perch’era triforme. Noi, perchè si venerava ne’ trivii; antichissimo uso d’onde abbiamo congetturata questa Dea la prima venerata con altari dagli uomini. Vedi considerazione iii. — Questi due versi mentre spiegano le fasi lunari, idoleggiano passionatamente questo effetto naturale. In Cicer. divinit. i cap, ii ne’ frammenti.

Cum claram speciem concreto lumine Luna
Abdidit, et subito stellanti nocte peremta est.

Più esatto ma non più bello.

Latmia saxa. La lezione del Vossio Lamia è appoggiata a Nicandro da cui si ricava non in Latmo di Caria, ma al monte Oeta (alle cui radici era situata Lamia città) doversi trasferire ciò che si dice d’Endimione. Il Valckenario contende per Latmo, ma crede Endimione cacciatore. A torto il primo combatte contro le Latmie grotte dal bel giovinetto nobilitate. Vedi Apollonio Rodio lib. iv verso 57. Ovidio trist. ii verso 299. De arte amandi verso 370. Cicer. tusc. i. 38. Ed a torto il Valckenario rinega ad Endimione la scienza astronomica. Ateneo lib. xiii narra che il sonno ottimo degli Dei addormentasse Endimione ma con le palpebre dischiuse; a che