Pagina:Foscolo - La chioma di Berenice, 1803.djvu/94

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88 note. Verso 23.


cap. 5. — Ed Ovid. metamorf. ix vers. 484 con pari voluttà

          Gaudia quanta tuli! . . .
          . . . . Ut jacui totis resoluta medullis!

Continuerò su questo passo intatto da’ commentatori. La voce medullae è favorita di tutti i poeti latini, e più di Catullo.

     — meas audite querelas
     Quas ego, vae miserae, extremis proferre medullis
     Cogor inops, ardens, amenti coceca furore.

epilalam. dì Teti 196. Ed altrove: omnibus . . . totis . . . mollibus medullis. Nelle midolle Virgilio (Georg, iii. 66) e Properzio (lib. ii eleg. xii verso 17) pongono la sede dell’amore. E Tibullo le chiama la cosa più preziosa.

     Teque suis jurat caram magis esse medullis

Affettuoso al pari di questo è quel luogo di Paolo che raccomanda uno schiavo suo compagno nella prigione; epist. ad Philemonem. Obsecro te pro meo filio quem genui in vinculis Onesimo . . . Tu autem illum ut mea viscera suscipe . . . Jam non ut servum, sed pro servo, charissimum fratrem maxime mihi . . . Refice ut viscera mea. Omero nel secondo poema ove dipinge l’umana commedia chiama il pane midolla dell’uomo, lib. ti verso 290, ἄλφιτα, μυελὸν ἀνδρῶν. Vedi anche lib. xx. 108.

Τῇσι δἑ δώδεκα πᾶσαι ἑπεῤῥώοντο γυναῖκες,
Ἄλφιτα τεύχουσαι καὶ ἀλείατα, μυελὸν ἀνδρῶν.