Pagina:Frezzi, Federico – Il quadriregio, 1914 – BEIC 1824857.djvu/258

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CAPITOLO XII

Trattasi di certi che furono viziosi nell'ira, e si passa
a discorrere del vizio della gola.

     Non medico giammai meglior se trova,
né piú esperto nella medicina
che quel che pria l’infermitá in sé prova.
     Cosí mostrò quell’anima tapina,
5che della crudeltá mi disse il vero;
poscia soggiunse con vera dottrina:
     — Ogni animo in se stesso è molto altèro,
se estima alcuno a sé esser fedele,
e poscia il trova falso e non sincero.
     10Se non è, molto piú si fa crudele:
per questo, Silla dinanzi al senato
morí per l’ira grande e sputò il fele;
     ché, come a te Minerva ha giá ’nsegnato,
contra chi inganna e contra chi dispreggia,
15agevolmente ognun diventa irato.
     Però colui che, lusingando, freggia
con atti e risa e con dolci parole,
e poscia inganna come chi dileggia,
     quel ch’è ingannato, tanto irar si suole
20e tanto incrudelir di quell’inganni,
quanto fidava, e tanto mal gli vuole.
     Per questo posto son tra li tiranni,
che, benché mostrin faccia mansueta,
nascondon lor vendetta sotto a’ panni.
     25Per cotal colpa io venni a questa meta:
i traditori a me fûn la cagione
ch’io diventai crudele e senza pièta.—