Pagina:Frezzi, Federico – Il quadriregio, 1914 – BEIC 1824857.djvu/379

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CAPITOLO XX

Dove trattasi piú distintamente del purgatorio,
e si risolvono certi dubbi.

     Io vidi poscia alquanti in purgatoro
cantar nel foco:— _Expectans expectavi_,—
a verso a verso, come si fa ’n coro.
     Ed alcun’altri con voci soavi
5dicean anco, cantando:— O Agnus Dei,
che i peccati del mondo purghi e lavi!—
     E— _Verba mea_— e— _Miserere mei_
— diceano molti con sí duro pianto,
che a lacrimar condusson gli occhi miei.
     10E, poscia che silenzio fenno alquanto,
agnoli vidi su dal ciel venire
con allegrezza e festa e dolce canto.
     E, giunti quivi, un cominciò a dire:
— D’este pene esci fuori, o Pier Farnese,
15ché Dio ha posto fine al tuo martíre.—
     E quel, ch’egli chiamò, ratto s’accese
di luce chiara e tanto benedecta,
che dal fuoco e da incendio lo difese.
     E cominciò a cantar:— _O quam dilecta
20tabernacula tua_, o Dio Signore!
Beato chi ’n te spera e chi t’aspecta!—
     E l’agnol disse:— Da questo dolore
Ugolin d’Ancaran ora ti slega,
e d’esto purgatòr ti cava fòre.
     25Ogni volta ch’egli òra, per te priega:
il digiunar e ’l lacrimar, che ha fatto,
ha mosso Dio, che a pietá si piega.