Pagina:Frezzi, Federico – Il quadriregio, 1914 – BEIC 1824857.djvu/403

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nota 397

Nazionale Centrale di Firenze e l’Ashb. 372 della Laurenziana, che sono dei piú antichi e meglio redatti. E li ho tenuti presenti dal principio alla fine del poema, ma specialmente in quei luoghi, in cui il Canneti accenna alle varianti dei codici da lui consultati. Per i luoghi poi piú oscuri e dove non credevo sufficiente codesto materiale a stabilire una lezione persuasiva, son ricorso anche ad altri manoscritti, e precisamente agli Ashb. 565 e 1287 e all’Angel. 1454. Ciò però non vuol dire che in molti altri casi, in cui il Canneti non ci ha dato le varianti dei quattro codici da lui esaminati, io non abbia fatto appello anche ad essi, com’era necessario.

Alla collazione dei codici suddetti ho creduto opportuno aggiungere quella di qualche antica ristampa. E poiché il Canneti non aveva tenuto conto della Milanese del 1488, pensai subito di metterla a profitto io; ma, oltreché questa non differisce, come ho detto dianzi, dalla Perugina, è anche rarissima, e credo che in Italia non si trovi che la copia posseduta dall’Ambrosiana di Milano. Piú vantaggioso, certamente, sarebbe stato tener presente la Fiorentina del 1508; ma anche questa è divenuta molto rara e di difficile consultazione. Dato quindi lo scarso valore della Fiorentina senza data, della Bolognese e delle due Veneziane, del 1501 e del 1511, non restava che servirmi della Perugina, che, per quanto giá studiata dal Canneti nel 1725, poteva essermi utilissima e illuminarmi su molte cose da lui trascurate. Infatti essa conserva piú genuina la forma dialettale delle parole umbre e quella umanistica delle parole derivate dal latino, e, pur essendo irta di errori d’interpretazione e di stampa, pur mancando di qualche terzina e di ogni segno d’interpunzione, pur avendo versi incompleti o troppo lunghi e rime inesatte, offre ancora una quantitá notevole di varianti, oltre quelle giá notate dal Canneti. Io l’ho esaminata con grandissima cura e me ne sono valso in numerosi luoghi, che qui indicherei, se non dovessi impormi una certa brevitá. Ho tenuto anche conto delle scarse correzioni apportate al testo del poema dalle due edizioni del 1839, che non sono però neanch’esse prive di nuovi errori.

A tutti codesti testi mss. e stampati devo se in molti luoghi il senso è stato chiarito o semplificato con l’uso prudente delle varianti, con l’inversione delle parti di alcune frasi, con l’aggiunta di qualche parola, che nella edizione folignate non si trova, e con la soppressione di altre, che il Canneti aveva creduto di conservare