Pagina:G. Arrigoni, Notizie storiche della Valsassina (1889).djvu/15

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hanno quelle rane saporitissime e di straordinaria grossezza, note sotto il nome di rane di Premana.

L’estimo censuarie della Valsassina è di scudi 361,365, dei quali, scudi 308,781 appartengono al distretto d’Introbbio. La popolazione è di anime dieciotto mila all’incirca, delle quali più di quattro mila sono nel distretto di Bellano.

Il commercio non può molto fiorire ove mancasi di strade comode, che ne sono il principal veicolo. Pure vi danno qualche attività i molti opifici di ferro e le fiere di Belluno, Introbbio, Cortenova, Portone e Barzio, ed il vicino ebdomadario mercato di Lecco1.

L’aria è ovunque salubre, ma la temperatura varia moltissimo da luogo a luogo, poiché in qualche sito non matura il melgone, ed in qualche altro assai bene vegetano gli ulivi.

La maggior parte degli abitanti è occupata a lavorare il ferro nelle fucine ed a far carbone, ed il minor numero traggono il vitto dai prodotti dei bestiami. Alcuni vanno a Venezia ad esercitar le arti di fabbro-ferrajo e di calderajo, altri a scavar miniere od a far lavori da mina negli stradali, nelle quali arti sono riputatisstmi. «L’aria generalmente sottile, dice il Gioia, punge gl’ingegni e li dispone alle speculazioni richieste dal bisogno, mentre comunica alla macchina il maggior grado di robustezza.» Sono difatti i montanari di Valsassina svegliatissimi d’ingegno ed assai arguti. L’indole è franca, allegra, ospitaliera e buona2. Gli aspetti romani non sono rari fra gli uomini, e robusta beltà fiorisce sulle gote delle donne, e specialmente delle abitatrici di Margno, Crandola, Casargo e Narro. Le case ed i vestiti sono generalmente puliti e decenti, ed i cibi semplici e salubri. L’amor della terra natale è così forte in questi montanari che difficilmente s’inducono ad abbandonarla per sempre. Il dialetto varia da paese a paese, ma poco si scosta dal milanese, tranne in alcune terre vicine al bergamasco, nelle quali a questo si avvicina. Un bell’ingegno, mio amico, così dipingeva la Valsassina:

«Per colli, per campi in ville disperse,
     Comuni d’affetto, di stanza diverse,
     Gioiscon le genti di mutuo piacer.
     Comun la favella, comuni i desiri,
     Comun la pietade di preci e sospiri;
     Nel vario soggiorno non varia il pensier.»3

  1. Questo mercato si vuole che risalga all’epoca dei Carolingi. Così nell’opuscolo Lecco e il suo territorio del signor Apostolo. (L.A.)
  2. Da cento anni in qual non si conta in Valsassina che un solo individuo sentenziato a morte, e questo nel 1743.
  3. La Solitaria di Cremeno, carme inedito di A. I.