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gli organi destinati a metter le radici, si può essere sicuri che l’operazione non riesce.

L’altra condizione indispensabile alla riuscita dell’innesto ad occhio è il non guastare la superficie tenera del legno (alburno) sul quale vuolsi collocare. Guasta la superficie, le cellule superficiali disseccano, più non ricevono nè trasmettono umor nutritivo, e muojono. Allora, le radicette della base della gemma innestata, non ricevendo umore, non si svolgono, o deperiscono appena sviluppate, al pari d’un seme che si faccia germinare col semplice sussidio dell’umidità, ma che, terminato lo stadio di germinazione e consumata la massa cotiledonare, non trovi terreno dal quale prendere alimento.

Un’altra condizione per ottenere il voluto risultato dall’innesto è che la base della gemma, per mezzo d’opportuna compressione della legatura, sia a perfetto contatto colla superficie dell’alburno. In caso diverso l’aria interposta permetterebbe il disseccamento di questo; nè le radicette della base della gemma potrebbero prendere umore dalla superficie dell’alburno non essendogli a contatto, al pari d’un seme la cui radicetta non trovi il contatto del terreno.

Allorchè la superficie dell’alburno non è guasta, e la base della gemma illesa ed a perfetto contatto colla parte sottoposta, l’esito dell’innesto è sicuro; se una di queste condizioni manca, l’operazione è fallita. Una gemma bene innestata può considerarsi come una gemma propria del legno del soggetto. — Vediamone lo sviluppo. All’epoca opportuna, cioè in primavera, questa gemma, dopo alcuni giorni di riposo, al pari d’un seme confidato al terreno, si dispone a germinare, apre le scaglie e mostra le prime foglioline, in pari tempo manda dalla base i prolungamenti radicali sulla superficie dell’alburno. Questo è l’innesto che dicesi ad occhio vegetante;