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bacea siasi pocchissima, e che con essa si possa ogni anno levare soltanto un mezzo centimetro di terra. Avremo cinque metri cubi di terra mista a sostanze vegetali, i quali ammucchiati e rivoltati una volta ogni tre mesi, escluso l’inverno, ci daranno un ottimo terriccio dopo un anno e mezzo circa; e questo, steso all’altezza di 0m25, coprirà una superficie di 20 metri, i quali coltivati, vi produranno quanto il terreno meglio concimato. — Continuate quello scoticamento e l’ammucchiamento per cinquant’anni, ed avrete bonificati, senza aggiungere alcuna sostanza, i primi venticinque centimetri superficiali di terreno, forse più in fretta che non concimando e lavorando come si fa di solito.

Ancora un’esempio. Avete due pezzi d’identico terreno; sopra di uno praticate un buon sovescio, e sull’altro no; indi seminate. Il prodotto del primo supera d’assai il prodotto del secondo, e lo supera in una tal misura che non è attribuibile all’aggiunta di quel poco seme della pianta sovesciata.

Come va dunque la facenda? In tutti questi casi il terreno o ha ricevuto nulla od ha ricevuto meno di quanto ha prodotto. Che il pozzo del Liebig fosse un pozzo inesauribile, senza fondo? — Per me, io lo credo, e ritengo che basti allungare di quando in quando la corda per andare a prendere acqua un poco più in basso.

Nel sovescio noi dobbiamo scorgere il metodo di concimazione praticato più o meno bene dalla madre natura? Non vi par forse di vedere nelle radici delle piante una specie di macchina che serve a rendere superficiale il terreno profondo, facendolo passare pel proprio organismo, elaborandolo e riducendolo a più complesse combinazioni ed in uno stato migliore? Non agisce forse appunto come un animale il quale facendo passare l’erba secca, pel proprio corpo la riduce in condizioni migliori per la vegetazione, perchè gli escrementi sono più complessi