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delle lenti o lenticchie. 41

Per la combustione, le ceneri si trovano constare di

Potassa e soda 40,20
Calce 5,27
Magnesia 2,06
Ossidi di ferro e manganese 1,67
Acido fosforico 30,24
    »     silicico 1,11
    »     carbonico 16,40
    »     cloroidrico 4,02.

Dall’esposto risulterebbe che a tutti i legumi, dei quali vi ho parlato finora, fosse vantaggioso un terreno ove dominasse l’argilla che serve a fornire la potassa; ma avviene delle lenti quel che avviene nel pisello, cioè che nei terreni argillosi e ricchi, facilmente la vegetazione lussureggia nel fogliame a scapito del grano, e che per conseguenza talvolta il prodotto è maggiore nei terreni sciolti e concimati, nei quali però non manchi assolutamente l’argilla, tanto più che le lenti non temono molto la siccità.

Nei climi più caldi del nostro le lenti si seminano in ottobre in terreno di coltura agostana, concimando nell’ultimo lavoro; ma più sovente, come si usa da noi, si semina alla volata o gettata in primavera verso il principio di marzo, consumando ettolitri 0,15 di semente per ettaro. Il seminatore dev’essere attento acciò i grani non cadano ne troppo fitti nè troppo radi sul terreno, perchè nel primo caso le piante soffrono e difficilmente mantengono i fiori, e nel secondo invece versano con facilità e bisogna sostenerle. Si zappano alla fine di Marzo ed alla fine di Aprile; maturano, come si disse, verso i primi di giorni di Luglio, si estirpano e si lasciano essiccare qualche giorno sull’aja, ed in seguito si battono. Alcuni per sostenere le lenti usano seminarvi unitamente un poco di segale; altri, nei campi ove la segale seminata in autunno, in primavera si riscontri molto rada, vi seminano le lenti zappando od erpicando fortemente il terreno e poi appianando con una strusa o col rastrello. Ma in ogni caso si ottiene un meschino risultato, tanto più se la segale fu seminata in autunno, poichè questa, col tallire e coll’innalzarsi soffoca facilmente le lenti, le cui radici vengono costrette da quelle della segale, e dal terreno duro che non si potrebbe nemmeno più oltre zappare; le lenti poi alla lor volta soffocano e danneg-