Pagina:Galiani, Ferdinando – Della moneta, 1915 – BEIC 1825718.djvu/151

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capo sesto 145


consumo, io dimostrerò al seguente libro che questo risparmio, se nel nostro Regno si fosse fatto, non monterebbe a piú di ventimila ducati in cinquantanni, o sia a quattrocento ducati l’anno; economia per un regno intero cosí meschina e misera, che fa mancare il fiato. Questa veritá è dimostrata da un calcolo tutto tirato da principi certi e conosciuti: tanta differenza v’è tra raffirmare all’ingrosso e l’esaminare sui numeri le cose.

L’altra utilitá è anche meno sensibile di questa. Appena essa monta in una coniata d’un milione di ducati a duemilacinquecento ducati, perché non cade che sugli argenti di piú bassa lega, e non importa altro che il risparmio dell’affinamento. Nella nostra zecca si valuta la spesa a trentadue grana per libbra d’argento, e la libbra ne vale quasi milleseicento. Questo risparmio non giunge a quattro grana a libbra: dunque in un milione di ducati (ch’io suppongo che tutto s’abbia da raffinare) v’è la spesa di ventimila ducati, e, su questi, millecinquecento di guadagno. Questo conto ha tutte le agevolezze possibili. Ora avvertasí che in un regno, quanto è il nostro, non vi deve essere piú d’un milione di ducati di moneta di billon; e il coniarne tanta succede almeno in un secolo. Aggiungasí che il coniare il billon costa quasi il doppio dell’argento; aggiungasi il valor del rame, che quasi vi si perde dentro; e ognuno vedrá che o vi è perdita o non vi è guadagno affatto.

Che se si loda la maggior facilitá del commercio, questa cura conveniva piú a’ secoli passati che al nostro. S’introdusse la moneta bassa, per lo scemamento dell’argento, nell’imperio romano, come da Nicolò Oresmio, vescovo di Lexovio, è detto1:

Et quoniam aliquoties in aliqua regione non satis competenter habetur de argento, imo portiuncula argenti, quae iuste dati debet pro libra panis, esset minus bene palpabilis propter nimiam parvitatem, ideo facta fuit mixtio de minus bona materia cum argento; et inde habuit ortum nigra moneta, quae est congrua pro minutis mercaturis.

  1. De mutatione monetarum, cap. 3.