Pagina:Galiani, Ferdinando – Della moneta, 1915 – BEIC 1825718.djvu/295

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CAPO PRIMO

dell’interesse e dell’usure


Breve narrazione delle controversie sull’usura — Donde venga l’oscuritá della questione — Falso giudizio degli antichi intorno alla Fortuna — Che cosa sieno il cambio e l’interesse — Origine degli errori del Broedersen — Abbaglio d’alcuni teologi intorno alla spiega d’alcune definizioni — Spiegazione della bolla di Benedetto decimoquarto — Due quesiti ne’ quali sta il nodo della questione — Mezzi per render moderate le usure — Perché non si possa fissare con legge il frutto del danaro — Nemmeno dalla legge si può variare.

Hanno da antichissimo tempo gli uomini ricchi tratto frutto dal denaro in varie forme di contratti; e nel tempo stesso i poveri si sono doluti della maggior parte di tali convenzioni come d’ingiuste e malvagge. E, siccome è proprio di chi gode tacere e soffrire i pianti altrui, come per contrario in chi si duole le grida e gli strepiti sono sempre grandissimi, perciò sono stati tutti i secoli, fino al decimoquinto, ripieni di voci concordi in biasimare ogni frutto del danaro e detestarlo. Nel secolo decimosesto, quando la scoperta dell’Indie nuove, l’accrescimento dell’arti, dell’industria, del commercio e della moneta, l’istituzione delle rendite su’ debiti dello Stato, fatta la prima volta nelle monarchie da Francesco primo re di Francia ed imitata dagli altri principi, la distruzione de’ giudei, crudelissimi usurai, e l’istituzione de’ monti di pietá, ebbero quasi estinte affatto le usure e quetata la plebe, si videro con mirabile accidente uscir fuori ingegni acutissimi a proteggere e sostenere l’usura, giá morta, che, viva, non era stata difesa da