Pagina:Galilei - Discorsi e dimostrazioni matematiche intorno a due nuove scienze - 1638.djvu/52

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del Galileo. 43

Simp. Mostra l’esperienza quotidiana, l’espansion del lume esser instantanea; mentre che vedendo in gran lontananza sparar un’Artiglieria, lo splendor della fiamma senza interposizion di tempo si conduce à gli occhi nostri, mà non già il suono all’orecchie, se non dopo notabile intervallo di tempo.

Sagr. Eh’ Sig. Simp., da cotesta notissima esperienza non si raccoglie altro, se non che il suono si conduce al nostro udito in tempo men breve di quello, che si conduca il lume; mà non mi assicura se la venuta del lume sia per ciò istantanea più che temporanea, mà velocissima. Ne simile osservazione conclude più che l’altra di chi dice: Subito giunto il Sole all’orizonte, arriva il suo splendore à gli occhi nostri; imperò che chi mi assicura che prima non giugnessero i suoi raggi al detto termine, che alla nostra vista?

Salv. La poca concludenza di queste e di altre simili osservazioni mi fece una volta pensare a qualche modo di poterci senza errore accertar, se l’illuminazione, cioè se l’espansion del lume, fusse veramente instantanea; poiche il moto assai veloce del suono ci assicura quella della luce non poter esser se non velocissima. E l’esperienza, che mi sovvenne, fù tale. Voglio che due piglino un lume per uno, il quale tenendolo dentro lanterna, ò altro ricetto, possino andar coprendo, e scoprendo con l’interposizion della mano alla vista del compagno; e che ponendosi l’uno incontro all’altro in distanza di poche braccia vadano addestrandosi nello scoprire, et occultare il lor lume alla vista del compagno: sì che quando l’uno vede il lume dell’altro, immediatamente scuopra il suo; la qual corrispondenza, dopo alcune risposte fattesi scambievolmente verrà loro talmente aggiustata, che senza sensibile svario alla scoperta dell’uno risponderà immediatamente la scoperta dell’altro, si che quando l’uno scuopre il suo lume vedrà nell’istesso tempo comparire alla sua vista il lume dell’altro. Aggiustata cotal pratica in questa piccolissima distanza pongansi i due medesimi compagni con due simili lumi in lontananza di due o tre miglia; e tornando di notte à far l’istessa esperienza, vadano osservando attentamente se le risposte delle loro


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