Pagina:Galilei - Discorsi e dimostrazioni matematiche intorno a due nuove scienze - 1638.djvu/61

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è un instante d’un tempo quanto, qual è un punto d’una linea, che ne contiene infiniti: i regressi in dietro fatti da i lati del maggior poligono sono non di tutto ’l lato, ma solamente dell’eccesso suo sopra ’l lato del minore, acquistando per l’innanzi tanto di spazio quanto è il detto minor lato; ne i cerchi il punto o lato C, nella quiete instantanea del termine B, si ritira in dietro quanto è il suo eccesso sopra ’l lato B, acquistando per l’innanzi quanto è il medesimo B: ed in somma gl’infiniti lati indivisibili del maggior cerchio con gl’infiniti indivisibili ritiramenti loro, fatti nell’infinite instantanee dimore de gl’infiniti termini de gl’infiniti lati del minor cerchio, e con i loro infiniti progressi, eguali a gl’infiniti lati di esso minor cerchio, compongono e disegnano una linea eguale alla descritta dal minor cerchio, contenente in sé infinite soprapposizioni non quante, che fanno una costipazione e condensazione senza veruna penetrazione di parti quante, quale non si può intendere farsi nella linea divisa in parti quante, quale è il perimetro di qualsivoglia poligono, il quale, disteso in linea retta, non si può ridurre in minor lunghezza se non col far che i lati si soprapponghino e penetrino l’un l’altro. Questa costipazione di parti non quante ma infinite, senza penetrazione di parti quante, e la prima distrazzione di sopra dichiarata de gl’infiniti indivisibili con l’interposizione di vacui indivisibili, credo che sia il più che dir si possa per la condensazione e rarefazzione de i corpi, senza necessità d’introdurre la penetrazione de i corpi e gli spazii quanti vacui. Se ci è cosa che vi gusti, fatene capitale; se no, reputatela vana, e ’l mio discorso ancora, e ricercate da qualche altro esplicazione di maggior quiete per l’intelletto. Solo queste due parole vi replico, che noi siamo tra gl’infiniti e gl’indivisibili.

SAGR. Che il pensiero sia sottile, ed a’ miei orecchi nuovo e peregrino, lo confesso liberamente; se poi nel fatto stesso la natura proceda con tal ordine, non saprei che risolvermi: vero è che sin ch’io non sentissi cosa che maggiormente mi quietassi, per non rimaner muto affatto, m’atterrei a questa. Ma forse il Sig. Simplicio avrà (quello che sin