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anno 1632 3

il balì cioli a francesco niccolini ministro di toscana a roma1


Firenze, 24 Agosto 1632


      Fa istanza in nome del Granduca per essere chiarito degli addebiti che si appongono in Roma a Galileo relativamente al Dialogo dei massimi sistemi.      


La lettera di V.E. ed i bisbigli, che qui vanno attorno sopra i giudizi vari, che quì, costà ed in altri luoghi si fanno sopra il Dialogo del Signor Galileo ultimamente stampato, e dedicato a S.A., hanno porta occasione alla medesima A. S. di discorrere meco a lungo sopra tal materia, e finalmente ch'io debba di suo comandamento significare a V.E. gl'infrascritti particolari: e prima che S.A. resta grandemente ammirata, che un libro presentato dall'Autore medesimo in Roma in mano della Suprema Autorità, e quivi attentissimamente letto e riletto, e non dirò di consenso, ma ai preghi dell'istesso Autore emendato, mutato, aggiunto, e levato tutto quello, che fusse piaciuto ai superiori: e più fatto l'istesso esame ancora qui, conforme all'ordine e comandamento di Roma, e finalmente licenziato là e qua, e pubblicato qui colle stampe, debba ora, passati due anni, esser sospetto, e proibitone all'Autore ed allo stampatore di più darne fuori.

Accresce a S.A. io maraviglia il saper come in detto libro non si determina mai proposizione alcuna delle due principali che qui si trattano, ma solamente si propongono tutte le ragioni, osservazioni ed esperienze, che per l'una e l'altra opinione addur si possono; e questo solo, come sicuramente ad S.A., per benefizio di S. Chiesa, acciò intorno a materie per lor natura difficili a intendersi, possano quelli a

  1. Edita dal Fabroni, Vol. II, e dal Venturi, Par. II. II, pag. 142. La minuta di questa lettera, che si conserva tra i MSS. Gal., Par. I, T. 4, è di mano stessa di Galileo.