Pagina:Gandolin - Guerra in tempo di bagni, Milano, Treves, 1896.djvu/167

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lo stesso. Chiunque diventi la mia compagna, purchè mi lasci fare il comodo mio, può essere sicura di non seccarsi: perchè io non intendo il matrimonio in altra maniera: libero io, libera lei.

— Ahi, ahi, mi sembrate disposto a prendervi.... troppe libertà!

— Ma scusate, io sono giovane e ricco. Prendendo moglie, naturalmente, intendo lasciare la carriera....

— Ah, questo poi!...

— E che pretendereste che portassi la moglie a consumar la luna di miele nella cuccetta? Vostra figlia ha una bella dote. Saremo dunque alla testa di quarantamila lire di rendita: quel che basta, appunto, per viaggiare in lungo e in largo, godere il mondo, la vita, sotto tutte le forme.

— E io?