Pagina:Gandolin - Guerra in tempo di bagni, Milano, Treves, 1896.djvu/191

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verso il punto dove stava il conte, che aveva cominciato a fissarlo, con insistenza provocatrice e insolente.

Il capitano, aspirando sempre più fortemente la sigaretta, passò davanti a lui, mentre il conte, con fare ironico, si batteva il bastoncino sui polpacci. A un tratto, il capitano si fermò e, con un movimento assai brusco, buttò a terra la sigaretta, guardando fisso il conte Tibaldi.

— Ci siamo! — mormorò l’ammiraglio, — ecco la provocazione.

E guardò con maggiore intensità, come se potesse raccogliere le parole provocanti dei due rivali.

Ma fortunatamente non giunsero fino a lui, se no, avrebbe inteso il cavalier Francesco Garzes dire, con cipiglio molto arrogante, al conte Tibaldi: