Pagina:Gandolin - Guerra in tempo di bagni, Milano, Treves, 1896.djvu/235

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cui la rabbia concentrata aveva tolto l’uso della parola, gli disse, con accento molto cortese:

— Non avendo trovato voi, ho voluto procurarmi il piacere di salutare la signorina Bice, lieto di trovarla nelle stesse disposizioni d’animo verso di me.

— Questa è un’audacia senza confronti! — balbettò l’ammiraglio, che si sentiva scoppiare, — in casa mia! in casa mia....

— Avete ragione, e vi prometto che non rivedrò più la signorina, se non quando voi stesso mi obbligherete a vederla.

E salutando ancora, il conte s’avviò per andarsene, mentre l’ammiraglio, stupefatto, intontito, non faceva che ripetere:

— Io?... io.... io stesso.... mondo ladro.... accidenti e saette.... io?